Inflazione europea: cosa aspettarsi la prossima settimana
- rizziandrea4
- 11 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 12 ott
La prossima settimana sarà una delle più importanti dell’autunno per i mercati europei.Saranno pubblicati i nuovi dati sull’inflazione armonizzata (HICP) dell’area euro e su quella nazionale tedesca, due indicatori decisivi per capire se la recente ripresa dei prezzi sta diventando un trend stabile.In parallelo, parleranno Christine Lagarde e diversi membri della Bundesbank, e i loro commenti potrebbero orientare in modo netto le aspettative sui tassi e sull’euro.
L’attesa: prezzi in risalita e BCE prudente
Negli ultimi mesi i prezzi al consumo nell’Eurozona hanno mostrato una leggera ripartenza, spinti dal rincaro dei servizi e dall’aumento dei salari. Secondo le ultime proiezioni della BCE, l’inflazione media per il 2025 resterà intorno al 2,1 %, ma con un rischio concreto di nuove sorprese al rialzo.
Se il dato della prossima settimana dovesse mostrare un’inflazione inferiore alle attese (1,9–2 %), il mercato lo interpreterebbe come un segnale di stabilità e di possibile allentamento monetario nel 2026.Ma se il dato dovesse superare il 2,2 %, lo scenario cambierebbe radicalmente: la BCE si troverebbe costretta a mantenere una linea restrittiva più a lungo, rinviando qualsiasi taglio dei tassi.
È questo l’equilibrio su cui si gioca il futuro dell’euro: un’inflazione troppo alta bloccherebbe la crescita, ma un rallentamento troppo brusco riaccenderebbe i timori di stagnazione.
Germania al centro della scena
La Germania resta il punto di riferimento per tutto il blocco.L’ultimo dato segna un’inflazione annua del 2,4 %, in aumento rispetto ai mesi precedenti. La ripresa dei prezzi è trainata dal settore dei servizi, dai salari e da una domanda interna più vivace rispetto al 2024.Allo stesso tempo, la manifattura continua a mostrare segnali di debolezza e margini in compressione.
La Bundesbank prevede per il 2026 un calo dell’inflazione verso l’1,5 %, ma nel breve termine lo scenario resta più complesso.Nella prossima settimana sono attesi diversi interventi dei membri della Buba, tra cui Joachim Nagel e Claudia Buch:
se adotteranno un tono rigido, ribadendo la necessità di contenere le spinte sui prezzi, i rendimenti europei potrebbero salire;
se invece lasceranno intendere una fase di osservazione più neutrale, i mercati potrebbero anticipare un atteggiamento più morbido da parte della BCE.
Storicamente, le parole della Bundesbank hanno un peso notevole sul sentiment tedesco e sull’intero mercato obbligazionario europeo.
Lagarde sotto i riflettori
Anche Christine Lagarde parlerà in due occasioni nella prossima settimana, tra martedì e giovedì.Non sono previste decisioni ufficiali, ma il tono dei suoi interventi sarà determinante.
Un discorso cauto, che sottolinei l’importanza di “restare vigili” senza chiudere la porta a un futuro allentamento, sarebbe interpretato come un messaggio equilibrato e rassicurante.
Un intervento più aggressivo, incentrato sul rischio di inflazione persistente, spingerebbe l’euro al rialzo e potrebbe pesare sui listini azionari.
La presidente della BCE si trova in una posizione delicata: deve riconoscere la recente risalita dei prezzi senza alimentare la paura di una nuova spirale inflazionistica.
L’euro e i mercati: un equilibrio sottile
Negli ultimi mesi l’euro ha mantenuto un trend di rafforzamento, sostenuto dalle aspettative che la BCE mantenga una politica più restrittiva rispetto alla Fed. Ma se i dati confermeranno un ulteriore aumento dei prezzi, l’apprezzamento della moneta unica potrebbe accelerare.
Un euro forte aiuta a contenere i costi delle importazioni, ma penalizza le esportazioni di Germania, Italia e Francia.Di conseguenza:
Dato debole + tono prudente della BCE → euro più morbido, borse in rialzo;
Dato forte + tono rigido della Buba → euro più forte, rendimenti in crescita e maggiore pressione sui listini.
Conclusione
La prossima settimana sarà un test decisivo per valutare quanto è solida la ripresa dei prezzi in Europa.I dati e le parole di Lagarde e della Bundesbank offriranno indicazioni chiare su quale direzione prenderà la politica monetaria nei prossimi mesi.
L’Europa oggi non è più preoccupata di troppa bassa inflazione, ma del contrario: un ritorno dei prezzi sopra il 2 % che rischia di rallentare la crescita e rinviare ogni taglio dei tassi.Per i mercati azionari europei, il vero equilibrio da cercare sarà tra inflazione gestibile e politica monetaria flessibile — la combinazione che potrebbe restituire fiducia agli investitori nel finale del 2025.


